I contributi iconografici

Le fonti

La ricerca d’archivio ha consentito di reperire, oltre al materiale cartografico, preziose testimonianze a carattere iconografico (vecchie fotografie e dipinti) che testimoniano la vita agro-pastorale e la pratica transumante nelle aree di studio.  È il caso del Fondo Migliorini, conservato presso l’Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana, che raccoglie preziosi contributi sui pascoli e i ricoveri pastorali dei Monti Simbruini negli anni Trenta del Novecento.

Presso l’Archivio di Stato di Frosinone è conservato l’Album fotografico allegato al piano di miglioramento fondiario del 1955. Questo documento oltre a fornirci preziose informazioni sulla presenza di vie mulattiere, architetture rurali e pascoli, ci consente di ricostruire la fitta rete di relazioni che le popolazioni della Valle di Comino hanno intrattenuto fin dall’epoca preromana con i centri montani limitrofi.

Molte delle fotografie recuperate appartengono poi a collezioni private, messe gentilmente a disposizione da attori locali, enti ed associazioni.

Interessanti inoltre alcuni dipinti, anche in questo caso rinvenuti presso gli archivi cartacei e digitali, che raccontano scene di vita quotidiana dei piccoli centri delle aree di studio; momenti di socialità e condivisione nei pressi di chiese e architetture rurali ancora presenti lungo i percorsi agro-pastorali individuati.

È il caso del Fontanile Munistrigliu a Cervara di Roma, sito lungo un percorso agro-pastorale che da Cervara portava alla Sublacense e viceversa. Oggi il tragitto in questione è percorribile solo in parte, in quanto il vecchio tracciato è stato sostituito per buona parte dalla strada carrabile.

Altipiano sopra Cervara
Altipiano sopra Cervara, 1939. Fondo Migliorini (Società Geografica Italiana). Si tratta del pascolo principale dell’area, dal XIV secolo affittato d’estate ad allevatori ed ecclesiastici di Roma e del litorale laziale che spesso si associavano per affidare congiuntamente le bestie ai pastori dei Simbruini. (Statuti della città di Roma, II, 82, p.134)
Album fotografico allegato al Piano di miglioramento fondiario, 1955, ASFr, Prefettura VII versamento, busta 50. I lavori previsti dal piano erano volti a un radicale miglioramento dei pascoli attraverso la sistemazione e la costruzione di mulattiere lunghe circa 10 chilometri, con larghezza di 1,60 metri e sottofondo di pietrame assestato a mano, corredate di muri a secco di sostegno; la sistemazione dei valloni e il decespugliamento, necessario per aumentare la superficie pascoliva; l’eliminazione della flora ammoniacale e delle cattive foraggere e l’identificazione di miscugli adatti ad un’adeguata concimazione; la realizzazione di un impianto di foraggere per la costituzione prati stabili e di un impianto di fertirrigazione allo scopo di incrementare la produzione foraggera da falcio, specie per i bovini, nel primo e nell’ultimo periodo dell’alpeggio. Infine, la costruzione di cascine montane costituite da due ovili di pianta rettangolare che avrebbero permesso il ricovero stagionale di circa 600 - 800 ovini per una superficie di 600 metri quadrati. Gli edifici erano formati da una cucina, un piccolo caseificio, una stalla per animali da soma; ogni cascina era recintata con rete metallica per renderla sicura dagli attacchi degli animali predatori. Nei pressi delle cascine era prevista anche la realizzazione di un acquedotto di cui avrebbero usufruito anche gli abitanti di Picinisco.
Capanni di pastori di Jenne all’Agro Pontino
Capanni di pastori di Jenne all’Agro Pontino, anni ’30 del Novecento. Collezione privata (A. Volpi). Jenne è un paese di transumanti, come sottolinea anche Antonio Fogazzaro nel suo romanzo “Il Santo” (1905) ambientato tra Subiaco e il piccolo centro dei Simbruini. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso oltre il 60% della popolazione attiva dell’Alta Valle dell’Aniene era impiegata nel settore primario e ciò comportava spesso migrazioni stagionali da parte degli uomini «tutti pecorai a Nettuno e ad Anzio» a detta di Fogazzaro (ibidem, p.65), tanto che il «paesello» di Jenne (ibidem, p. 86) per buona parte dell’anno era popolato da sole donne, bambini e anziani. All’Agro Pontino i pastori costruivano da sé “i capanni”, utilizzando le tecniche di costruzione che avevano appreso dai luoghi d’origine: le abitazioni temporanee dei pastori erano dunque diverse in relazione alla provenienza dei transumanti: quelle dei pastori dei Simbruini, ad esempio, erano terminanti a punta o a cono. Al contrario chi proveniva da zone collinari costruiva ricoveri più bassi e a base rettangolare.
Fontanile Munistrigliu a Cervara di Roma
Fontanile Munistrigliu a Cervara di Roma (Rm). Foto Francesca Impei, 2022. Si trova lungo un percorso agropastorale che portava a Subiaco. Il sito è stato oggetto di studio di molti pittori paesaggisti dell’Ottocento che scelsero Cervara di Roma ed altri centri del territorio anienense per l’ambientazione dei propri dipinti.
Dipinto di Donne in un pozzo vicino a Cervara nei Monti Sabini.
Radsig Johan Peter (1806 – 1882), Donne in un pozzo vicino a Cervara nei Monti Sabini. Il Pozzo in questione è il Fontanile Munistrigliu e i Monti menzionati sono i Simbruini.

Testi tratti da Carallo Sara e Impei Francesca (2022), Tracce di Transumanza nei Monti Simbruini e nella valle di Comino. Fonti ed iconografie di un progetto di ricerca, Olevano Romano – Alvito, Società Geografica Italiana.