I Canti Pastorali

Canti e stornelli

La vita dei pastori si svolgeva perlopiù in totale solitudine tra i massicci montuosi dell’Appennino e i canti pastorali rappresentavano un momento di svago ed evasione dalla loro condizione di miseria e fatica. Nel periodo invernale i pastori, ritiratisi dalle montagne, per arrotondare il magro salario, peregrinavano da un paese all’altro proponendo le loro musiche e i loro canti in occasione di feste, fiere e mercati. Nel periodo natalizio si recavano nelle grandi città per suonare la novena di Natale alla Madonna. Gli strumenti musicali a fiato che caratterizzano il repertorio musicale dell’Italia centro-meridionale erano la zampogna o la ciaramella. La zampogna è costituita da un otre realizzato con pelle di capra o di pecora pieno d’aria nel quale vengono inserite alcune canne da cui il musicista immette il fiato per produrre il tipico suono delle melodie pastorali.

Gli zampognari
Gli zampognari Domenico Fusco e Antonio D’Annunzio insieme a Giancarlo Panetta, Presidente della XIV “Comunità Montana Valle di Comino”. (Fonte: Caira L., Orlandi V., 1991).

Gli strumenti venivano realizzati dal pastore stesso che, non avendo la possibilità economica per acquistarli, con passione e sapienza intagliava il legno e lavorava la pelle degli animali. Questa tradizione si è tramandata di generazione in generazione e ha permesso di custodire un repertorio musicale di pregio, espressione chiara e vivida del ceto medio-inferiore. La musica e i canti dei pastori mettono in luce, infatti, le marcate disparità sociali e le condizioni di frustrazione vissute da queste popolazioni. Emblematici i canti dedicati alle donne, mogli, compagne, madri di pastori transumanti, spesso costrette a vivere nell’attesa per gran parte dell’anno. Non sempre, infatti, le donne seguivano gli uomini nelle migrazioni stagionali: a Cervara di Roma ad esempio, al contrario di quanto avveniva a Jenne o a Trevi nel Lazio, le donne erano solite restare.

Gruppo di musicanti della Valle di Comino, anno 1927. Fonte: Cedrone D., 1999; Caira L., Orlandi V., 2001. La tradizione musicale nella Valle di Comino è sempre stata molto sentita dalle sue popolazioni. Di particolare interesse, il Festival Nazionale e Internazionale della Zampogna di Acquafondata che nasce nel 1961 e da valore ad un’antica usanza locale che consisteva in una grande festa al ritorno in paese degli zampognari partiti per le tradizionali novene prenatalizie. Anche l’Associazione internazionale Calamus valorizza e promuove tutte quelle attività in qualche modo inerenti e/o ricollegabili alla Zampogna.

"Terra di Lavoro"

Canto scritto dal musicista e poeta Fulvio Cocuzzo, originario di San Donato Val di Comino.

Terra di lavoro, terra de sangue e sedóre.
Terra d’amore, a ddò ‘ce batte glie sole.
A daò’, se chiòve, éne acquazzone,
se tira viente, è temporale,
a daò fa fridde, e nen sule a Natale,
se fa la nève, te vé a rabbelà.
Terra, te voglie cantà.
Guarda ‘sta Valle e vire quanta chelure.
Va alla campagna, siénte c’addóre de fiure.
Diéce paése tutte arrampecate
in cima a mentagne e colline,
case che brillane rósce e dorate,
titte che ciénte camine.
Chi sa c’artista è fatiate
pe’ farla accusci bella la Valcomine!
Terra a ddò ‘sò’ nate,
spósa lassata e retota.
Terra chiagnuta a làcreme d’emigrate.
Terra de tanta padrune e segnure
ch’iave venute sempre da före,
ma addónna pure glie pègge straccióne
se sente baróne e se fa respettà
Terra ti voglio abbracciare.
Rentre a ‘sta valle, fine a ddó’ scórre glie sciume
siénte la vóce de ciénte generaziune,
che n’araccónta le storie lentane
de farabbutte e de siante,
de grand’artista e breghiante,
de galantuómene e contadine:
storie che fave la storia
de tutta la génte della Valcomine.
Terra scunzelata, de fecuriale arammuorte.
‘Na serenata n’ ze canta chiù pe’ glie spuorte.
E già glie spine s’arröbbane glie worte,
e cresce l’èrva già ‘nnianze alle porte.
De chi sariave ‘sse glive carute?
Nesciune l’è cote, s’iava ‘nfracerà!
Terra nen t’ià rassegnià”!
Tutta ‘sta Valle parla de chi c’è campate,
de chi l’è fatte ‘ste case de prète squadrate
e n’è lassate ‘ste vicule e chiese
e ‘sti albere e ‘ste fentane,
ma, chiù de tutte, ‘ste belle
parole paisane che n’iava avé’ fine,
ca, se le tenéme a mènte,
séme sempre la gènte della Valcomine.

Illustrazione di pastori musicanti
Illustrazione di Maria De Simone, in arte Mariuccia, che raffigura pastori musicanti lungo un tratturello della Valle di Comino davanti a un’edicola votiva. (Fonte Cedrone D., 1999)

"Jo pecoraro "

Canto pastorale di Trevi nel Lazio, molto diffuso sui Simbruini e in Ciociaria.

Jò pecoraro che ci va ‘nmaremma,
se crede d’esse giudice e notaro.
La coa della pecora è la penna
Jo sicchio dello latte jo calamaro.
Rit: è inutile che si bella
Si moglie a’npecoraro
La notte dormi sola
E maritito a gliò pagliaro.
Marito mèo revèttenne massera
Le so remesse le bianche lenzola (bis)
E puro la coperta recamata.
Rit. È inutile….
E moglie mea non pozzo revenìne
Ca tengo chelle vèstie da revotàne.
Marito meo te pozzi sprefonnane
Tu vo più bè alle pecora ch’a mine.
Rit. È inutile…

“So nove misci che Giacu è partitu
E m’ha lassata affritta e sconsolata
Faceva meglio a non piglià maritu
Pe fa la vedovella maritata.”

(N. Greco, Sconforto di una donna di Cervara maritata a un pastore, in Raccolta di poesie, Roma 1946, p. 10)

Uomo di Cerbara, dipinto di Johann Koler, 1858
Johann Koler, Uomo di Cerbara, 1858 L’uomo indossa pantaloni di vello a testimoniare l’attività pastorale e la necessità di coprirsi al meglio nei periodi invernali, quando le temperature sui Simbruini diventano particolarmente rigide.
Jean Leòn Gerome (1824 – 1904), Paesane italiane 1849. L’ambientazione è quella di Cervara di Roma, il centro dei Simbruini che più di qualsiasi altro ha ispirato paesaggisti e ritrattisti dell’Ottocento, come dimostra anche la presenza a Cervara di un Museo della Montagna, dedicato proprio a “transumanti e pitturi”.

Testi tratti da: Carallo Sara e Impei Francesca (2022), Tracce di Transumanza nei Monti Simbruini e nella Valle di Comino. Fonti ed iconografie di un progetto di ricerca, Olevano Romano – Alvito, Società Geografica Italiana.